Durante le ormai lontane vacanze natalizie, avendo passato un po’ più tempo del solito nell’umile dimora, ho potuto notare come a qualsiasi ora del giorno e della notte la tv propinasse Buddy Valastro, meglio noto come Il Boss delle torte. Non so se sia la norma o se questo eccesso zuccheroso derivasse dal fatto che ben si sposa con il periodo natalizio, sta di fatto che vedere il buon Buddy in tv mi ha fatto pensare che non vi ho ancora raccontato di quando ho fatto visita alla sua pasticceria, la Carlo’s Bakery di Hoboken, nel New Jersey. Sì, la prima, quella originale che ha aperto i battenti nel 1910. Se vi trovate a New York, vi consiglio assolutamente di farci un salto. Negli ultimi anni il Boss ha inaugurato diverse bakery negli States, Grande Mela inclusa naturalmente. Nei pressi di Times Square troverete la sua scintillante bakery newyorkese, ma a mio parere potete tranquillamente evitare di perderci tempo. Probabilmente la bontà dei dolci sarà la stessa, ma il locale è decisamente asettico e assolutamente turistico, come tutto ciò che gravita nei pressi di Times Square d’altronde. Molto meglio dirigersi ad Hoboken che tra l’altro è collegata a Manhattan in maniera ottimale. E’ sufficiente prendere la Path, una specie di linea metropolitana veloce, dalla stazione del World Trade Center o da quella all’angolo tra la 33esima e la Avenue of Americas, non distante dall’Empire State Building, per raggiungere – passando sotto il livello dell’Hudson! - in meno di un quarto d’ora la graziosa cittadina.
Non ho trascorso molto tempo ad Hoboken perché quel giorno, la vigilia
di Natale del 2014, il tempo è stato davvero inclemente, regalando forte
pioggia per tutto il sacrosanto giorno. Un vero peccato, sia perché per tutto
il resto della nostra permanenza in città c’è stato al contrario un tempo
strepitoso per la stagione – non abbiamo raggiunto i 21° di quest’anno ma i 16°
sì, il che è comunque clamoroso! – sia perché non siamo riusciti a goderci
appieno la cittadina che sembrava veramente graziosa. Molto curata e accogliente,
con uno stupendo parco che si affaccia sull’Hudson regalando una delle migliori
viste su Manhattan. Con il brutto tempo, questo è il meglio che sono riuscita
a catturare…
Perlomeno, essendo arrivati alla pasticceria di prima mattina, non abbiamo
fatto alcuna fila per entrare. Peccato però averci impiegato all’incirca un’eternità
prima per ammirare le invitanti leccornie facenti bella mostra nelle vetrine interne,
poi per decidere cosa mettere sotto le nostre fauci – la scelta è davvero
ampia! – che la pasticceria si è riempita all’inverosimile.
Schiacciati come sardine siamo però riusciti a fare i nostri acquisti golosi e quando siamo usciti la fila di poveri tapini in attesa di entrare era chilometrica! A noi fortunatamente non restava che testare le nostre leccornie, eccoci quindi pronti ad avventarci sulla red velvet cupcake e sulla cheesecake monoporzione guarnita con un ricciolo di crema al cioccolato e accessoriata con un bel fragolone altrettanto cioccolatoso. I biscotti saranno invece parte della colazione del giorno successivo. No, niente prodotti Made in Italy quali cannoli, sfogliatelle e tiramisù. La famiglia sarà anche di origine italiana, ma è una missione al limite dell’impossibile trovare un cannolo decente nel nord Italia – e le rarissime volte che lo si trova buono, non è mai, ma proprio mai, al livello di quelli della terra madre – non vorrete mica che vado a prendere un cannolo negli USA?? Non sia mai! E infatti la tipica pasticceria a stelle e strisce non mi ha per niente deluso, anzi. La red velvet cupcake era soffice e deliziosa, senza dubbio la migliore red velvet provata a New York e dintorni. E solo io e il maritozzo sappiamo quante ce ne siamo pappate! E anche la cheesecake era assolutamente strepitosa! Non la migliore – quella l’ho mangiata qui – ma comunque una vera e propria squisitezza. Bella corposa ma allo stesso tempo soffice e pannosa, saporita e dolce al punto giusto. Mmmmh, non ne disdegnerei un abbondante boccone proprio or ora! I biscotti erano sì anche loro buoni, ma niente di strabiliante. Dei normalissimi biscottini da tè, senza infamia e senza lode. Mi sembra doveroso aggiungere che i prezzi erano assolutamente onesti, non solo inferiori agli standard di New York, ma anche a quelli di pasticcerie decisamente meno blasonate della Palude Padana.
Schiacciati come sardine siamo però riusciti a fare i nostri acquisti golosi e quando siamo usciti la fila di poveri tapini in attesa di entrare era chilometrica! A noi fortunatamente non restava che testare le nostre leccornie, eccoci quindi pronti ad avventarci sulla red velvet cupcake e sulla cheesecake monoporzione guarnita con un ricciolo di crema al cioccolato e accessoriata con un bel fragolone altrettanto cioccolatoso. I biscotti saranno invece parte della colazione del giorno successivo. No, niente prodotti Made in Italy quali cannoli, sfogliatelle e tiramisù. La famiglia sarà anche di origine italiana, ma è una missione al limite dell’impossibile trovare un cannolo decente nel nord Italia – e le rarissime volte che lo si trova buono, non è mai, ma proprio mai, al livello di quelli della terra madre – non vorrete mica che vado a prendere un cannolo negli USA?? Non sia mai! E infatti la tipica pasticceria a stelle e strisce non mi ha per niente deluso, anzi. La red velvet cupcake era soffice e deliziosa, senza dubbio la migliore red velvet provata a New York e dintorni. E solo io e il maritozzo sappiamo quante ce ne siamo pappate! E anche la cheesecake era assolutamente strepitosa! Non la migliore – quella l’ho mangiata qui – ma comunque una vera e propria squisitezza. Bella corposa ma allo stesso tempo soffice e pannosa, saporita e dolce al punto giusto. Mmmmh, non ne disdegnerei un abbondante boccone proprio or ora! I biscotti erano sì anche loro buoni, ma niente di strabiliante. Dei normalissimi biscottini da tè, senza infamia e senza lode. Mi sembra doveroso aggiungere che i prezzi erano assolutamente onesti, non solo inferiori agli standard di New York, ma anche a quelli di pasticcerie decisamente meno blasonate della Palude Padana.
Mi sembra giusto aggiungere che non sono solo le buonissime e bellissime prelibatezza zuccherose a meritare la promozione. Della
Carlo’s Bakery mi è piaciuto praticamente
tutto. Il locale è molto carino e accogliente e, diversamente da come te lo
aspetteresti, piuttosto vecchio stile. Aspetto questo che ho apprezzato molto
in quanto mi ha trasmesso autenticità. Avverto però che la pasticceria potrebbe aver subito delle modifiche, ricordo infatti diversi
cartelli che ne annunciavamo l'imminente chiusura di alcune settimane per lavori di ristrutturazione. Spero non l’abbiano
stravolta, a me è piaciuta tanto così com’era, con la sua genuinità da provincia
americana.
Una nota di merito va anche al personale estremamente gentile e disponibile, e con il pandemonio che c’era dentro quel posto è pur sempre doveroso ma non scontato. Tra l’altro proprio il giorno della nostra visita, nonostante non solo il locale fosse gremito ma per di più in una giornata particolare come quella della vigilia di Natale, erano al lavoro anche Mauro e Maddalena, cognato e sorella di Buddy, che non hanno risparmiato un sorriso o una buona parola a chi ne avesse il piacere. Ecco, anche questo aspetto mi ha colpito non poco. Insomma, considerando il successo planetario delle bakery di famiglia, i componenti potrebbero tranquillamente godersi la vita delegando la gestione delle pasticcerie a terzi. Il fatto che non lo facciano a mio parere può significare solo una cosa, ovvero una grande passione per il proprio lavoro unita a una buona dose di umiltà, cosa che senz’altro gli fa onore.
Beh, come avrete capito, nonostante il protagonismo e la tipica megalomania a stelle e strisce, la pasticceria più famosa della tv mi ha conquistato!
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