giovedì 2 luglio 2015

CHELSEA MARKET, HIGH LINE E MEATPACKING DISTRICT - NEW YORK


Rassegnatevi, da una vacanza a New York tornerete sicuramente a casa con delle lacune. Non importa se vi fermate 7, 10 o 20 giorni, complici il suo perenne fermento, le distanze e la miriade di luoghi da vivere, ci sarà sempre un posto in più che avreste potuto esplorare. Allo stesso tempo però 7 giorni sono più che sufficienti per andare alla scoperta di tutti i fondamentali e oltre, anche se non avete la resistenza e i ritmi folli miei e del maritozzo.
Considerate queste premesse, il modo migliore per approcciarsi alla Grande Mela è quello di darsi delle priorità. Vi ho già parlato qui di quello che farei se avessi a disposizione un solo giorno. Bene, il successivo mi recherei senza ombra di dubbio al Chelsea Market. Il fatto che ami alla follia il mercato non è una novità, già qui avevo espresso il mio debole per questo “ Luogo d’incontro colorato, vitale, allegro, autentico e genuino. E molto spesso pittoresco e chiassoso!”. Scusate se mi ripeto citando me stessa, ma non riesco a trovare parole più appropriate per esprimere la mia idea di mercato. Va da sé che fosse impensabile non recarmi al mercato alimentare più noto di New York. Che poi chiunque dovrebbe dedicarci almeno mezza giornata, il Chelsea Market è davvero un luogo unico. Solo il fatto che si trovi all’interno di una vecchia fabbrica di biscotti del ‘900 vi può far immaginare l’atmosfera particolare che si respira solo varcandone la soglia. Anche perché l’edificio è sì stato egregiamente riqualificato, ma senza stravolgerne la struttura originaria. Del biscottificio, che ha dato i natali ai famosi biscotti Oreo, rimangono intatte le gallerie asimmetriche e tubature, strutture d’acciaio e muratura sono a vista, inoltre al suo interno è ancora visibile il fiume che ne alimentava il mulino! Il tutto in un mix  di antico e moderno e secondo uno stile decisamente minimalista che non ti fa sembrare di essere a New York, perlomeno non in questo secolo!


Non si può restare indifferenti al fascino di un posto simile, se poi ci aggiungiamo che si tratta del principale centro gastronomico cittadino… Il Chelsea Market è indiscutibilmente il paradiso dei golosi di tutto il mondo, pieno zeppo di leccornie per tutti i gusti, in grado di accontentare qualsiasi palato. Non solo troverete cibi di varie provenienze e cucine di ogni nazionalità, ma anche negozi di ogni genere, a partire da profumatissime panetterie e invitanti pasticcerie, fino all’allegro e colorato fruttivendolo. Qui grazie alla presenza di ogni ben di Dio, potrete intraprendere un vero e proprio tour gastronomico. Il mio è cominciato da Los Tacos n°1, un autentico chiosco messicano con cucina a vista dove io e il maritozzo ci siamo concessi un aperitivo a base di tacos di pollo e nientemeno che di cactus. Delizioso il primo, non il mio genere il secondo. Il tutto è stato accompagnato da un’orzata gigante e strepitosa, omaggiata dal simpaticissimo ragazzo alla cassa appena ha appreso che era il mio compleanno. Preparata con riso, vaniglia e cannella secondo la ricetta tradizionale azteca, si è rivelata un’autentica squisitezza, di gran lunga più gustosa rispetto a qualsiasi altra orzata provata fino a quel momento.


Abbiamo poi continuato in quella che è indubbiamente la punta di diamante di tutto il mercato, l’area pescheria. Si tratta di uno spazio molto ampio suddiviso in zone differenti dove poter gustare qualsiasi tipo di pesce, rigorosamente freschissimo e servito nei modi più svariati. Giusto per citare qualche esempio, c’è il banco del sushi che viene preparato con estrema maestria proprio sotto i vostri occhi e che definirlo invitante è dir poco, c’è un fornitissimo Oyster Bar che offre naturalmente pregiatissime ostriche ma anche qualsiasi altro genere di conchigliame. Noi ci siamo fiondati sulla zona che prende il nome di Lobster Place e ci siamo deliziati con un prelibatissimo astice intero cotto al momento e con un insuperabile lobster roll. Questo è stato uno dei posti migliori dove sia mai stata in tutta la mia vita e spiegare a parole la goduria provata credo sia un tentativo vano, ma ci provo. Gli astici, provenienti dalle vicine coste del Maine, vengono scelti al banco dove sono disponibili in differenti pesature e vengono serviti con una fettina di limone e del burro fuso a parte. Il mio era tenerissimo, tanto da sciogliersi letteralmente in bocca, saporitissimo e cotto alla perfezione. Una vera e propria prelibatezza. E che dire del lobster roll, il panino all’astice diffusissimo in quel di New York? Beh, ne ho provati diversi e vi garantisco che qui troverete il migliore della città. Il pane, simile a quello utilizzato per gli hot dog ma rigorosamente artigianale, è morbido e dolce al punto giusto e contiene abbondanti pezzettoni di delizioso astice marinato nel burro fuso. Credetemi, e non è una battuta, io ogni tanto me lo sogno di notte e mi sveglio in preda a un’irrefrenabile voglia che neanche una gestante al termine della gravidanza. Il solo pensarci è una sofferenza. Tra l’altro contatti più che attendibili mi hanno confermato che il pesce migliore della Big Apple si trova proprio qui, anzi è proprio la rinomata pescheria del Chelsea Market che rifornisce gran parte dei ristoranti di Manhattan. E vi dirò di più, i prezzi sono tutt’altro che proibitivi. Ovviamente stiamo parlando di una materia prima pregiata che quindi ha un prezzo base elevato, ma vi assicuro che da noi si pagherebbe il 30% in più per lo stesso prodotto e per la stessa quantità. Se non fosse che ero molto sazia, anche perché in mattinata per cominciare alla grande i festeggiamenti per il mio compleanno avevo fatto sosta in un paio di bakery dove mi sono rifocillata a dovere, avrei continuato concedendomi una scorpacciata di pesce ben più generosa.


Convinta di aver chiuso le fauci, mi imbatto però negli assaggi della Fat Witch Bakery, specializzata in uno dei classici della pasticceria a stelle e strisce, il brownie. Non posso fare a meno di ripetermi affermando che anche questa volta mi sono trovata di fronte al migliore esemplare mai provato di questo tipo di dolce e per decretarlo è bastato un piccolo assaggio che mi ha portato all’immediato acquisto di un intero brownie arricchito con del golosissimo caramello. Mamma mia, che bontà! Il brownie non è mai stato tra i miei dolci preferiti, ma evidentemente non avevo ancora avuto il piacere di assaporarne uno come si deve, perché quello della Strega Grassa mi ha invece totalmente conquistata!


In questo modo ho concluso sul serio il mio tour gastronomico, ma non la mia visita al Chelsea Market. Al suo interno infatti potete trovare una minoranza di negozi di altro tipo, come un simpaticissimo e folkloristico lustrascarpe e botteghe di designer indipendenti che propongono abiti e gioielli che rappresentano pezzi unici e che sicuramente daranno il via a nuove mode. Insomma cari esploratori golosi, se siete a New York una visita al Chelsea Market dovete assolutamente metterla in programma, senza se e senza ma. Il mio unico rimpianto è quello di non essere riuscita a tornarci almeno una seconda volta, ma mi rincuoro pensando a quanto ho goduto con quell’unica scorpacciata!


Una volta riempito il pancino, è giunto il momento di smaltire le migliaia di calorie ingurgitate e nei dintorni ci sono almeno due ottimi modi per farlo. Innanzitutto semplicemente passeggiando per il quartiere che ospita il mercato, ovvero il caratteristico Meatpacking District. Situato nella parte sud-ovest di Manhattan dove da una parte confina con le più note zone di Chelsea e del Greenwich Village, dall’altra è bagnato dal fiume Hudson, deve il suo nome ai numerosi macelli e alle botteghe di vendita di carni che fino a non molti anni fa lo popolavano. Oggi il Meatpacking è una delle zone più in voga della Grande Mela, dove pullulano negozi di tendenza, ristoranti esclusivi e locali alla moda che rappresentano un punto di riferimento per la vita notturna della città. Nonostante ciò, questa zona mantiene una sua autenticità non solo grazie ancora alla presenza di alcuni venditori di carne all’ingrosso, ma anche grazie al fatto che la sua immagine esterna non sia stata particolarmente intaccata. Qui non ci sono grattacieli o megastore luccicanti, al contrario sulle facciate dei palazzi di pochi piani prevale il rosso del mattone e le boutique sono sì costose, ma più intime rispetto a quelle della Fifth Avenue. Non troverete colletti bianchi di corsa e stressati con la ventiquattrore in una mano e il cellulare nell’altra, ma un’atmosfera amichevole e rilassata, dove la gente si ferma per bersi un caffè o per fare uno spuntino con calma, leggendo un giornale o scambiando due chiacchiere. D’altronde questa è anche l’unicità di New York, quella di ospitare al suo interno tante realtà, diverse sia a livello estetico ed architettonico, sia per filosofia di vita.


L’altra passeggiata che vale assolutamente la pena fare una volta usciti dal Chelsea Market è quella della High Line, il primo parco sopraelevato degli Stati Uniti. Si tratta di una sorta di ponte verde sopra la città che segue i binari originari, ancora ben visibili, della West Side Line, una vecchia linea ferroviaria in disuso. Corre per oltre 2 km tra il quartiere di Chelsea e l’estremità settentrionale del West Village, passando per il Meatpacking. Ancora una volta quindi i newyorkesi stupiscono  con un perfetto esempio di rivalorizzazione, trasformando e reinventando un’infrastruttura ormai inutile e decadente e mettendola a disposizione del cittadino e del turista. Se non avete tempo o voglia di percorrerla per intero, fatene almeno un breve tratto, giusto per farvi un’idea. Tra l’altro uno dei numerosi ingressi si trova proprio a ridosso del Chelsea Market e, soprattutto durante la bella stagione, vi consiglio di accomodarvi su una delle numerose panchine disseminate lungo il percorso e di gustarvi del buon cibo immersi nel verde e ammirando suggestivi scorci di Manhattan da un’altezza di 9 metri. Io ci sono stata in pieno inverno e vi assicuro che, anche in questa stagione, due passi sulla High Line sono un obbligo. Certo, il verde sarà poco rigoglioso e sarà meglio consumare i vostri spuntini nel tepore delle mura del mercato sottostante, ma la sensazione unica di camminare sospesi tra i tetti della città, sovrastando le sue strade trafficate, resta immutata.


Ah, dimenticavo… Vi prego, con tutto il ben di Dio che offre il Chelsea Market e che ahimè difficilmente si trova entro i confini italici, evitate, come ho notato fare da molti nostri connazionali, di mettervi in fila da Giovanni Rana...

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