In
Toscana sono di casa. Ho passato diversi mesi in quel di Firenze per lavoro, ma
soprattutto è in questa splendida regione che appena posso mi rifugio per un
weekend lungo. Non c’è posto migliore a poche ore di macchina dalla Palude
Padana.
Amo
le sue città ricche di arte e di storia e i suoi piccoli borghi immersi in un’atmosfera
di altri tempi.
Adoro
correre a perdifiato nel paesaggio lunare delle Crete Senesi e vagare senza
meta tra le dolci ondulature della Val d’Orcia, dove la mia fantasia galoppa
selvaggia quando all’improvviso scorgo la dimora dei miei sogni, un suggestivo
casolare appollaiato solitario sulla cima di un colle il cui viale di accesso è
costeggiato da una lunga fila di cipressi.
E
naturalmente sono totalmente schiava della sua cucina autentica e casereccia.
Dopo tanti anni conosco un numero notevole di rifugi gastronomici dove mi
abbandono senza ritegno ai piaceri del palato, ma tappa inevitabile per
qualsiasi viandante a spasso per l’Italia centrale sono le sue rinomate
norcinerie. Vi recate in terra etrusca e non fate sosta in una norcineria per
una lauta merenda a base di porco? No, non potete dire di essere stati nei
territori del Granducato! Perché qui l’arte della lavorazione del maiale è una
cosa seria.
E
oggi infatti vi porto in una norcineria senese. Ma non una qualsiasi.
Una vera chicca per intenditori. Quasi un segreto, infatti non la potete conoscere
se non siete del posto, a meno di una gran botta di culo! Si tratta dell’Antica
Salumeria Salvini in frazione Costafabbri, alle porte di Siena. Difficilmente
ci passerete per caso, ma ora che lo sapete una deviazione è d’obbligo. Ma vi
raccomando, spargete la voce con moderazione perché questo è un posto toscanaccio al 100%, ancora immune dall’invasione di
greggi di turisti e come tale vorrei ritrovarlo la prossima volta che ci farò
visita.
Il
locale è naturalmente una salumeria, ma anche una gastronomia, con una piccola
sala che permette di fermarsi per degustare i prodotti in loco. Si tratta di un
luogo informale ma pulito, intimo e ospitale. Di quell’ospitalità genuina e
autentica della più tipica tradizione toscana. Il padrone di casa, il norcino
Alessandro, vi accoglierà con la sua simpatia schietta e state certi che vi
strapperà più di una grassa risata. Basti pensare che appena entrata gli chiedo
se c’è un tavolo per due e ricevo per tutta risposta: “Ce li hai i soldi?”! Ci
accomodiamo nella saletta e dopo poco sento urlare: “Clienteeee vieni qua!”. Risate
a non finire! E così in un battibaleno si è creato un piacevole clima di
allegria ed estrema familiarità, non solo con lo stesso Alessandro, ma anche
con gli altri avventori, naturalmente tutti senesi doc. Sembravamo un gruppo di
amici che si conoscevano da sempre. Un’atmosfera impagabile!
Rotto
il ghiaccio, arriva il momento di ordinare e decidiamo di cominciare con una
panzanella, piatto tipico della tradizione popolare toscana, una specie di zuppa
fredda a base di pane raffermo, rigorosamente sciocco ovvero senza sale com’è d’obbligo
da queste parti, pomodori, cipolle rosse e basilico. E’ un piatto contadino di
recupero, fatto di ingredienti semplici ma dal gusto eccellente. Quanta
freschezza, quanta genuinità in
quell’umile ciotolina di plastica! Per non parlare dei suoi colori e del suo
profumo che mi hanno catapultato nell’estate nonostante fuori piovesse a
dirotto! Ottimo inizio! Naturalmente ci accompagna del buon vino rosso locale,
denso, corposo e intenso.
Proseguiamo
con bel tagliere di salumi a cui decidiamo di aggiungere un assaggino di pecorino
di Pienza (siamo o non siamo nelle terre di Siena??), ma non avanziamo
richieste particolari, ci affidiamo totalmente ad Alessandro che infatti non ci
deluderà. Ed ecco lì una bella tavolozza
degli insaccati più tipici della norcineria senese: tre differenti tipi di salsicce,
di cui una freschissima e due secche, topini inclusi, e poi coppa, finocchiona,
soppressata, capocollo e buristo, un salume povero, oggi molto difficile da
trovare. Si tratta di un insaccato di carne naturalmente suina, comprendente
tutte le parti della testa e anche il sangue del povero maiale. Lo so che vi è
passato l’appetito, ma vi assicuro che è buonissimo! E ancora qualche bel pezzettone
di caciotta freschissima, morbida e delicata, e, sorpresa, un’insalatina di
soppressata tagliata a dadini, con cipolla rossa e fagiolini. Il tutto così
buono è abbondante che solo più tardi mi sono resa conto - sacrilegio! - di non
aver chiesto un assaggio di lardo di cinta, al quale di solito non rinuncio
mai.
Ovviamente
per chiudere cantucci e vin santo come se non ci fosse un domani!
Tutte
le bontà che vi ho elencato, salumi compresi, sono preparate dalle manone del
buon Alessandro. E’ proprio lui che macella le carni di maiale seguendo i
metodi di lavorazione di un tempo.
Insomma,
parlandovi dell’Antica Salumeria Salvini vi ho dato una soffiata che non dovete
sprecare, ma ricordatevi che è vietato l’ingresso ai malmostosi!
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