Squillo di trombe, rullo di tamburi: oggi inauguro la mia prima rubrica!
The Burger Map.
Diciamocelo, è necessario fare un po’ di ordine. Negli ultimi due anni le burgherie sono sbucate in ogni dove e questa invasione non accenna a fermarsi. Non solo i locali specializzati in burger continuano a moltiplicarsi a dismisura, ma ormai chiunque si occupi di ristorazione ha inserito il classico panino con il medaglione di carne nel proprio menù. Che poi, di carne… Non solo, anche di pesce, di verdure, di legumi, di tofu, di soia, di aria, di acqua e lo sa il Signore di cos’altro.
Il fenomeno mi irrita un po’. D’altronde non ho mai amato seguire le mode a tutti i costi, figuriamoci quelle culinarie. Devo però riconoscere che questa esplosione di burgherie ha perlomeno un aspetto positivo: un notevole aumento della qualità. Prima se volevo la certezza di gustarmi un buon burger mi recavo esclusivamente dal macellaio di fiducia. Difficile trovare un locale, tantomeno le numerose catene, che offrisse carne trita di prima scelta. Oggi invece, tra le innumerevoli alternative, spiccano alcune eccellenze che hanno come parole d’ordine qualità e genuinità.
Il Mystic Burger di Como è una di queste.
Ho scoperto i loro burger nell’ottobre 2013 quando il locale di Como non esisteva ancora, avrebbe infatti aperto ufficialmente i battenti due mesi dopo. I giovani gestori, mostrando notevole spirito imprenditoriale, avevano però già cominciato a darsi da fare facendo conoscere le loro deliziose creature ad eventi dedicati alla birra artigianale. Perlomeno è così che io mi sono imbattuta in loro proprio dalle mie parti, nel pavese.
Beh, i loro burger sono una vera e propria esperienza mistica! Non so se era questo l’obiettivo che si erano prefissati - considerando il nome del locale e l’aureola che appare nel logo direi di sì – ma ci sono riusciti. Io ho debuttato con quello che definirei il loro signature burger, il loro simbolo: il mitico Dionigi. Pane ai cereali antichi, burger di chianina in affumicatura celtica, stracciatella di latte al basilico, guanciale croccante e songino. L’accostamento degli ingredienti è azzeccatissimo e dà origine a qualcosa di semplicemente perfetto. Le materie prime, a chilometro zero in quanto provenienti da fornitori della zona ben esplicitati nel menù, sono eccellenti. Il pane è soffice e fragrante allo stesso tempo, tanto da sembrare appena sfornato; il burger di sua maestà chianina è succulento, tenero, grigliato alla perfezione e ancora più gustoso grazie alla leggera affumicatura; il bacon è croccante e saporito al punto giusto; la stracciatella e il songino donano al tutto una piacevole freschezza. Con buona pace del maritozzo, io amo il Dionigi. Tanto da fare più di un pellegrinaggio in quel di Como solo per lui. Ok, ne vale la pena anche per il lago ma, che il Lario non me ne voglia, viene comunque al secondo posto.
Nel tempo ho provato anche alcuni fratelli del Dionigi come il Mountain dove i protagonisti sono la luganega di Monza e i funghi porcini e Ul Cassoeula, fuori menù ispirato al tipico piatto lombardo a base di maiale e verze. E come dimenticare Ul Pes a la Catalana, un disco di tartare di salmone, spada, tonno e merluzzo che è la fine del mondo! Anche qui si tratta di un fuori menù, ovvero una proposta che non fa parte della scelta fissa del locale. E nonostante per me burger sia sinonimo di ciccia, da buona esploratrice golosa più di una volta mi sono fatta ingolosire dalle alternative a base di pesce. Ecco quello del Mystic è decisamente il migliore burger di mare mai provato, per di più vi dirò che se la batte ad armi pare con il Dionigi! Tra l’altro, sempre parlando di fuori menù, dalla loro pagina facebook vengo spesso a scoprire proposte originali e sfiziose, come quelle a base di cavallo, agnello o coniglio. Una tentazione continua! Non so se ritenere una fortuna o un peccato che il Mystic non sia proprio dietro l’angolo!
Ah, naturalmente un signor burger deve essere accompagnato da una signora birra. E qui, che siano in bottiglia o alla spina, sono rigorosamente artigianali. Lo stesso dicasi per le bibite, proposte in bottigliette di vetro dallo stile vintage.
Mi sono bastati pochi minuti per riflettere e arrivare alla conclusione che è un peccato non avere Mystic Burger vicino a casa. Lo voglio qua. Voglio sposare il Dionigi.
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