Che io ami la buona tavola è una verità ormai assodata. Tolta
l’erba (no, non scriverò mai odi agli ortaggi a foglia verde), provo tutto e
mangio quasi tutto ma ho un tallone d’Achille: la pasticceria. La amo al un
punto tale che non solo provo immenso piacere nel degustare una cremosa
leccornia zuccherosa, ma anche nel prepararla con le mie mani. Nella mia umile
dimora l’ingresso a merendine e a dolci industriali è consentito solo nei casi
di estrema emergenza ovvero quando torno da un viaggio e non ho niente di
pronto per la colazione o quando quella nuova porcata sullo scaffale del
supermercato mi fa l’occhiolino,
convincendomi che non posso proprio non provarla almeno una volta. Alla
colazione e alla merenda infatti ci penso io, a meno che non decida di viziarmi
concedendomi il lusso di saccheggiare una delle mie pasticcerie preferite.
Naturalmente qualsiasi provincia italiana o remota parte dell’universo io stia
esplorando, non mancherò di varcare l’ingresso in un numero inimmaginabile di
dolci ritrovi per gustarmi la specialità locale in tutte le sue possibili
varianti. Provate un po’ a immaginare cosa sono stata capace di fare a New
York, soprattutto considerando che ho uno spiccato debole per la pasticceria
anglosassone. Le pause zuccherose nella Grande Mela sono state decisamente
frequenti, ho testato sul campo molte più bakery di quelle che avevo previsto,
anzi potrei azzardare che ho provato più bakery io di quanto possa fare
mediamente un newyorkese in tutta la sua vita! Un dolce che non mi sono fatta
mai mancare è stata la cheesecake. Ho un rapporto che definirei
involontariamente conflittuale con questo dolce, in quanto tendenzialmente lo
amo ma nella realtà mi ritrovo spesso ad odiarlo. Mi spiego meglio: se fatto
come Dio comanda è assolutamente uno dei miei dessert preferiti, peccato che
sia più probabile vincere la lotteria che trovare una cheesecake meritevole di
questo titolo. O è troppo acida o è troppo dolce. Oppure, errore diffusissimo,
dal prepotente sapore di formaggio, che è sì il suo ingrediente principale, ma
che, se tutti quanti gli ingredienti fossero stati ben miscelati e
correttamente proporzionati, non si dovrebbe assolutamente percepire. Sta di
fatto che per gustarmi una cheesecake da 10 e lode, beh, e non dite che pecco
di modestia, la devo preparare da me. Se invece vivessi a New York potrei
tranquillamente farne a meno, perché qui fanno una cheesecake in grado di far
tornare in vita il capostipite della specie umana! In qualsiasi bakery da me
provata, la cheesecake è stata il pezzo forte, assolutamente memorabile. Non mi
sembrava vero! Forse non avrei dovuto esserne così sorpresa, visto che il dolce
tipico della città è proprio la New York cheesecake, ma dopo tante delusioni, anche
in luoghi dove questa torta fa parte della tradizione, diciamo che, pur essendo
speranzosa, non ci avrei scommesso un penny. Beh, avrei sbagliato perché i
pasticceri newyorkesi sanno come fare un’ottima cheesecake, accidenti se lo
sanno! In particolare sono specializzati nella versione cotta al forno, infatti
la New York cheesecake è rigorosamente “baked”. Vi assicuro quindi che con
questo dolce nella Grande Mela andrete di certo a botta sicura, ma, a mio
parere, se volete il top andate da Eileen Avezzano. Per me lei è la regina
della cheesecake e io le giuro devozione eterna.
La sua piccola pasticceria, la “Eileen’s special cheesecake”, si
trova a Nolita, un minuscolo quartiere di Lower Manhattan, incastrato tra
Little Italy e Soho. Nolita infatti significa letteralmente North of Little
Italy, anzi in passato era parte di Little Italy (d’altronde anche il cognome
di Eileen rimanda a origini nostrane). Sappiamo però che la storica enclave
italiana con il tempo si è andata sempre più riducendo, trasferendosi altrove o
perché fagocitata dagli immigrati con gli occhi a mandorla. Questa zona invece
si è trasformata in un quartiere alternativo di gran moda, dove giovani
designer, creativi e artisti hanno aperto i loro negozi che espongono capi ed
oggetti decisamente originali. Qui abbondano i caffè che, come le sue stradine
acciottolate, sono prevalentemente frequentati da newyorkesi doc. Anche la Eileen’s
Special Cheesecake non si trova certo nella zona più di passaggio di Manhattan,
ma è facilmente raggiungibile in quanto a due passi dalla stazione metro di Spring
Street, sulla linea sei. C’è inoltre da aggiungere che il locale passa
piuttosto inosservato, non solo perché minuscolo ma anche perché molto semplice
e spartano, volendo poco attraente. Ecco, io lo adoro anche per questo motivo.
Sì, perché io amo i posti veri, autentici. Non cerco il locale fighetto,
identico a Milano, come a Tokio o a Londra. Anche l’ambiente ha la sua
importanza, e se mi trovo a New York, seppure nel bel mezzo di Manhattan, voglio
respirare la tipica atmosfera informale della provincia americana. Da Eileen non
solo è proprio così, ma sembra pure di essere rimasti fermi agli anni 70,
quando la pasticceria ha aperto i battenti.
Pur avendo quindi solo varcato la
soglia della bakery, già ne sono conquistata. Mi avvicino alla vetrina dei
dolci e scoppia l’amore: tante piccole cheesecake tonde, dai mille colori e dai
mille gusti. Una sorpresa, non solo per l’impatto visivo, ma ancora una volta
anche per la filosofia del locale. In qualsiasi altra bakery della città la
cheesecake viene per lo più servita a fette, in qualunque caso le porzioni sono
titaniche. Da Eileen no. Qui il tutto è servito in monoporzioni a mio parere della
giusta grandezza, decisamente sottodimensionate se paragonate allo standard
USA. Prediligendo da sempre le monoporzioni che trovo molto pratiche ed
eleganti, ma soprattutto perché mi permettono di fare più assaggi, non posso
che approvare la scelta. Allo stesso modo condivido la decisione di
specializzarsi in un unico prodotto, anche se bisogna dire che da Eileen potete
trovare anche altri tipi di dolci, ma con un rapporto di almeno 90 – 10 a
favore delle cheesecake. Dimenticavo di aggiungere che sebbene sul posto potete
consumare solo monoporzioni, potete trovare oppure ordinare cheesecake
delle dimensioni standard di una qualsiasi torta per l'asporto.
Ok, tante belle premesse, ma finalmente è arrivato il momento
cruciale, quello dell’assaggio. Di fronte a una ventina di gusti, la scelta è stata piuttosto tormentata. Francamente le
avrei assaggiate tutte, ma alla fine, giusto per non farmi mancare niente, mi
sono buttata su ananas, caramello salato, red velvet e cioccolato con
caramello. Estasi. Una vera goduria per il palato. Base compatta, morbida ma
fragrante. Ripieno soffice, vellutato, ma corposo. Nel complesso un dolce fresco
e leggero di una bontà inimmaginabile. Una più buona dell’altra, ma la mia
preferita è stata senza dubbio la red velvet cheesecake che, delicatissima, si scioglieva letteralmente
in bocca. Posso affermare con certezza che è stato uno dei dolci migliori che
abbia provato in tutta la mia vita. Una squisitezza!
Eileen, che ho avuto il piacere di incontrare e con la quale mi
sono ovviamente più che complimentata, dev'essere una maga. Da lì non me ne sarei più
andata, avrei potuto continuare all’infinito. Non è che il suo tocco segreto è
qualche sostanza proibita?? Boh, sta di fatto che questo localino di pochi
metri quadri e meno di una decina di sgabelli, è una tappa imperdibile a New
York. Lo dicono anche I numerosi articoli appesi alle pareti, tutti intenti a celebrare la bontà di questa cheesecake. Qui
c’è anche il mio omaggio, sicuramente meno autorevole ma scritto con il cuore e
con le papille gustative che, ancora in festa, ringraziano.
Eileen ha proprio ragione nel definire la sua cheesecake “a treat
that’s hard to beat”.
E naturalmente “made with love”.