I soldi per viaggi e cultura sono sempre ben spesi. I meglio
spesi! Metto mano al portafoglio volentieri se devo prenotare un volo, visitare
un monumento o entrare in un museo. Ah, e ovviamente anche quando si tratta di
deliziare il palato. Allo stesso tempo però, da buona ambasciatrice del
low-cost quale sono, non mi faccio scappare le opportunità di poterlo fare risparmiando.
E di occasioni ce ne sono a volontà. Le giornate di primavera del Fondo
Ambiente Italiano sono una di queste. Il 21 e 22 marzo, semplicemente con
un’offerta libera, potrete visitare uno o più dei ben 780 luoghi gestiti dal
FAI sparsi in tutto lo stivale, alcuni dei quali aperti in via del tutto
eccezionale per l’occasione.
Di certo nell’imminente weekend non mancherò di scoprire almeno
uno dei posticini nascosti nei miei dintorni, ma l’occasione di visitare uno di
questi gioiellini l’ho già sfruttata pochi giorni fa. No, non ho aspettato le
giornate di primavera. D’altronde parliamo di luoghi dove l’arte o la natura,
se non entrambe, la fanno da protagonista e, come ho detto prima e lo ribadisco,
non penso ci siano quattrini meglio spesi.
Ma dove sono stata esattamente?
Al Giardino della Kolymbethra.
Ancora Sicilia. Esattamente nel cuore della meravigliosa
Valle dei Templi, sulla quale non mi soffermerò perché mi auguro non ce ne sia
bisogno.
Il motivo per cui voglio parlare del Giardino della
Kolymbethra è perché si tratta di un’area verde bellissima, perché è uno dei
luoghi del FAI, ma anche e soprattutto perché ho potuto constatare che purtroppo
questo piccolo tesoro viene spesso snobbato. E senza nessunissima ragione!
L’ho già detto che siamo all’interno del magnifico parco
archeologico agrigentino, un luogo da favola, tra i più belli al mondo e che
fortunatamente attira viaggiatori da tutto questo mondo. Basti pensare che
l’ultima volta che ci sono stata era un piovoso lunedì di marzo, ma fortunatamente
non si può proprio dire che i visitatori scarseggiassero. Ciò mi ha veramente
riempito il cuore di gioia! So bene che è un sito visitatissimo, ma il fatto
che mi trovassi lì in un lunedì, non coincidente o ravvicinato ad alcuna
festività, per di più con un tempo capriccioso e assolutamente inusuale per l’Isola,
mi aveva fatto pensare che ne avrei potuto godere in esclusiva o quasi.
Felicissima che non sia andata così!
Ma allora perché all’interno del Giardino della Kolymbethra,
oltre a me e al maritozzo ho contato un unico altro esploratore??
Magari i 30 minuti che vi abbiamo trascorso non sono
significativi e appena ce ne siamo andati è stato preso d’assalto? Bah, posso
anche concedermi il beneficio del dubbio, ma non è che ne sia proprio convinta…
Allora forse perché il biglietto è a parte? No, dai, ditemi
che non è così. L’ingresso al sito archeologico e al giardino è rispettivamente
di 10€ e 4€, mentre se si fa il biglietto cumulativo se ne spendono 13. Mi
rifiuto di credere che sia qualche monetina in più a bloccare i visitatori. Dai,
con tutto il ben di Dio che sono sicura avrete ingurgitato durante il vostro
soggiorno siculo, rinunciate a un arancino/a e a un cannolo, che tanto lo so
che ne avete abusato, e dirottate su quest’angolo di paradiso. Poi sarà che
trovo la Valle dei Templi talmente meravigliosa che secondo me 10€ sono pure
pochi, quindi non vedo perché non investire quegli spicci per andare alla
scoperta di un’altra meraviglia.
Oppure non sarà che passa in secondo piano perché non ben visibile
agli occhi del visitatore? Mmmh, non credo. C’è un cartello bello grande con il
logo FAI ben in vista e una frecciona ad indicare l’ingresso. Il giardino sì è
nascosto, ma l’insegna d’ingresso, direi proprio di no. Ingresso che tra
l’altro è nei pressi dei resti del Tempio dei Dioscuri. No, non passa
inosservato. Poi capisco che si è storditi dalla bellezza dei templi e, in
questa stagione anche dai colori dei mandorli e dei prati in fiore, ma direi
che, anche se sicuramente meno affascinante, il cartello si vede, e come se si
vede!
E allora perché? Perché tra i tanti visitatori del parco,
solo 3 coraggiosi si sono avventurati in tal posto ignoto? Se ne avete anche
una vaga idea, per favore fatemelo sapere. Così, giusto per capire.
Io intanto colgo l’occasione per parlavi di questo tesoro naturalistico
e paesaggistico, sperando di convincervi a non tralasciarlo, anche se
sicuramente già appagati dall’ineguagliabile bellezza dei templi agrigentini.
Il giardino della Kolymbethra è immerso in una piccola
valle, infatti e necessario scendere alcuni gradini prima di giungere a fondo
valle e poter procedere all’esplorazione.
Qui la natura è generosissima! I protagonisti sono di certo
gli agrumi. Tutti quanti, nessuno escluso! Troverete alberi carichi di aranci,
mandarini, mandaranci, limoni, cedri e pompelmi e sarete inevitabilmente
avvolti dal loro profumo e abbagliati dalle loro tinte vivaci. Non mancano
anche mandorli, olivi, fichi d’india, gelsi, ginestre e tante altre specie
botaniche caratteristiche della macchia mediterranea che indisturbata regna
sovrana. Nel mezzo di questa natura rigogliosa potrete inoltre scorgere gli
antichi acquedotti e il caratteristico sistema di irrigazione tradizionale
arabo.
A questo punto potete fare come me e il maritozzo. Dopo aver
passeggiato a ritroso nella storia all’interno dell’area archeologica ed esservi
fatti ipnotizzare dai colori e dai profumi della Kolymbethra, godetevi una meritata pausa ristoratrice
su una delle numerose panchine disseminate tra la ricca flora del giardino.
Pausa nel nostro caso accompagnata da una fettona di sfincione e da qualche
pasta di mandorla, opera di un panificio che abbiamo incrociato poco prima di
imboccare la strada panoramica dei templi che ci avrebbe condotto in questo eden.
Che bella la vita!
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