Dicembre è ormai alle porte, direi quindi che è proprio il caso di
cominciare a fare progetti per le numerose festività che l’ultimo mese
dell’anno porta con sé. In realtà è già un po’ tardino, soprattutto per il
ponte dell’Immacolata e ancor più per la meta in cui voglio portarvi oggi (io,
che notoriamente mi muovo con largo anticipo, ho avuto difficoltà a trovare una
doppia libera già nel mese di agosto!). Andiamo a Lione, la seconda città della
Francia, per la Festa delle Luci, uno degli eventi più sentiti in tutto il
Paese.
Ogni anno per 4 giorni, che si concludono con l’8 dicembre, la già
magnifica città francese si impreziosisce ancora di più grazie a decine di
animazioni luminose che decorano i sontuosi edifici e i principali monumenti, esaltandone
l’innegabile bellezza.
Questa danza delle luci ebbe inizio taaanti anni fa - per la precisione l’8
dicembre del 1852 - quando gli abitanti della città, in omaggio alla statua
della Vergine Maria svettante sulla collina di Fourvière, cominciarono a illuminare
le finestre delle proprie abitazioni con delle candele. Oggi ai lionesi si sono
uniti artisti da tutto il mondo che con i loro giochi di luce incantano le
migliaia di visitatori che ogni anno si riversano tra le vie di Lione. Le loro
scenografie luminose, vere e proprie opere d’arte, spesso raccontano storie
rese ancora più coinvolgenti da azzeccatissime colonne sonore. Come dimenticare
ad esempio la musica di “Bella Ciao” che nel 2012 accompagnava lo spettacolo
di luci proiettato sul magnifico teatro di Places
des Celestins dove si affacciava la stanza del grazioso alberghetto in cui
io e il maritozzo abbiamo pernottato? Una piacevole ninna nanna ed un simpatico
tormentone anche dopo diversi giorni dal nostro rientro in patria!
A chiudere
questo magico evento ci penseranno altre luci ancora, quelle dei fuochi
d’artificio che, riflettendosi sulle acque della Saona, renderanno ancora più
scintillanti i ponti che l’attraversano.
La festa delle
luci vede protagonista il centro storico della città, una magnifica penisola accerchiata
da ben due fiumi, il Rodano e la già citata Saona. Sarà quindi inevitabile
lasciarsi andare all’esplorazione del quartiere della Vieux Lyon, ovvero la città vecchia, che custodisce i maggiori
monumenti della città, e un po’ più a nord a quello della Croix Rousse, noto perché un tempo ospitava numerose fabbriche di
seta e le abitazioni dei canuts, gli
artigiani che la lavoravano.
La Croix
Rousse è senza dubbio la zona della città che più mi ha affascinato.
Innanzitutto è estremamente scenografica grazie alle lunghe e ripide scalinate che
si arrampicano sul dorso delle colline lionesi. Non scoraggiatevi, la fatica
per arrivare fin quassù vale la magnifica vista sulla città sottostante e
comunque potete eventualmente ricorrere alla funicolare. Vi troverete così
piacevolmente travolti da un quartiere giovane e vivace, pullulante di alternativi
negozietti vintage, di street art e sede del mercato più noto e colorato della
città. Un quartiere modaiolo e di tendenza che però conserva ancora la sua
identità originaria a forte vocazione operaia e popolare.
E proprio qui, ma
anche nella Vieux Lyon, troverete i numerosissimi traboules, la vera peculiarità
di Lione. Si tratta di caratteristici passaggi pedonali coperti che fungono da
scorciatoie in quanto, attraversando corti di edifici privati, permettono il
transito diretto da una via a un’altra. La loro origine risale al Medioevo,
alcuni provengono dal Rinascimento ma la maggioranza è stata costruita nel XIX
secolo per permettere ai tessitori di seta di trasportare la preziosa stoffa
fuori dalle officine senza che si bagnasse in caso di maltempo. Nel corso della
storia inoltre i traboules sono
spesso serviti da rifugio durante guerre e rivolte. Rivestivano quindi funzioni
puramente pratiche, ma col tempo ci si è adoperati per renderli, oltre che
utilli, anche esteticamente gradevoli. Percorrendo oggi alcuni di questi
passaggi potete infatti ammirare dei
veri e propri gioielli architettonici. Esistono inoltre
diversi tipi di traboules: ci sono
quelli diretti che collegano due strade parallele dove dall’entrata è
visibile l’uscita, quelli angolari che permettono di attraversare due edifici
che fanno angolo accorciando le distanze, quelli a raggio con al centro un
cortile dal quale si dipanano più accessi verso gli edifici circostanti.
Essendo la città delimitata dai colli, diversi traboules comprendono delle scalinate – solitamente a chiocciola
nella città vecchia, dritte nella Croix
Rousse - che connettono strade separate da un forte dislivello.
Non tutti i traboules si possono però visitare, la
maggioranza sono infatti spazi privati non accessibili al pubblico soprattutto di
notte quando vengono chiusi per ragioni di sicurezza. Durante il giorno ne
troverete però molti aperti e non è raro che un residente, notando un turista
incuriosito o in difficoltà, vi dia le dritte giuste per scoprire alcuni traboules particolarmente nascosti che
altrimenti non avreste mai scovato o addirittura si unisca a voi raccontandovi
la storia del passaggio che state attraversando. Io e il maritozzo abbiamo
avuto questo onore svariate volte! L’importante è dimostrarsi rispettosi,
evitando di sporcare e di fare rumore. Se mai ce ne fosse bisogno, non
mancheranno diversi cartelli a ricordarvelo.
Per concludere
vi lascio - manco a dirlo - con una nota golosa. Lione è la capitale
gastronomica della Francia. Non si contano i ristoranti di altissimo livello, stelle
Michelin incluse, ma la tradizione culinaria lionese si basa su piatti semplici
e sostanziosi, dai sapori ricchi e robusti, prevalentemente a base di carne.
Per poter dire di aver davvero assaporato l’autentica cucina del posto dovete
pasteggiare in una trattoria tipica, un bouchon,
e fare una capatina in una delle tante pittoresche macellerie disseminate per
la città. Tra le numerose prelibatezze gustate la mia preferenza assoluta va al
Saucisson Lyonnais, un ciccioso
cotechino avvolto da sofficissimo e burrosissimo pan brioche.
Che ve ne pare del
mio tentativo di riproporlo per il cenone di San Silvestro? Gli amici dicono di
aver apprezzato…
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