lunedì 9 novembre 2015

LA FESTA DELLE LUCI, LIONE


Dicembre è ormai alle porte, direi quindi che è proprio il caso di cominciare a fare progetti per le numerose festività che l’ultimo mese dell’anno porta con sé. In realtà è già un po’ tardino, soprattutto per il ponte dell’Immacolata e ancor più per la meta in cui voglio portarvi oggi (io, che notoriamente mi muovo con largo anticipo, ho avuto difficoltà a trovare una doppia libera già nel mese di agosto!). Andiamo a Lione, la seconda città della Francia, per la Festa delle Luci, uno degli eventi più sentiti in tutto il Paese. 



Ogni anno per 4 giorni, che si concludono con l’8 dicembre, la già magnifica città francese si impreziosisce ancora di più grazie a decine di animazioni luminose che decorano i sontuosi edifici e i principali monumenti, esaltandone l’innegabile bellezza.




Questa danza delle luci ebbe inizio taaanti anni fa - per la precisione l’8 dicembre del 1852 - quando gli abitanti della città, in omaggio alla statua della Vergine Maria svettante sulla collina di Fourvière, cominciarono a illuminare le finestre delle proprie abitazioni con delle candele. Oggi ai lionesi si sono uniti artisti da tutto il mondo che con i loro giochi di luce incantano le migliaia di visitatori che ogni anno si riversano tra le vie di Lione. Le loro scenografie luminose, vere e proprie opere d’arte, spesso raccontano storie rese ancora più coinvolgenti da azzeccatissime colonne sonore. Come dimenticare ad esempio la musica di “Bella Ciao” che nel 2012 accompagnava lo spettacolo di luci proiettato sul magnifico teatro di Places des Celestins dove si affacciava la stanza del grazioso alberghetto in cui io e il maritozzo abbiamo pernottato? Una piacevole ninna nanna ed un simpatico tormentone anche dopo diversi giorni dal nostro rientro in patria! 


A chiudere questo magico evento ci penseranno altre luci ancora, quelle dei fuochi d’artificio che, riflettendosi sulle acque della Saona, renderanno ancora più scintillanti i ponti che l’attraversano.


La festa delle luci vede protagonista il centro storico della città, una magnifica penisola accerchiata da ben due fiumi, il Rodano e la già citata Saona. Sarà quindi inevitabile lasciarsi andare all’esplorazione del quartiere della Vieux Lyon, ovvero la città vecchia, che custodisce i maggiori monumenti della città, e un po’ più a nord a quello della Croix Rousse, noto perché un tempo ospitava numerose fabbriche di seta e le abitazioni dei canuts, gli artigiani che la lavoravano. 


La Croix Rousse è senza dubbio la zona della città che più mi ha affascinato. Innanzitutto è estremamente scenografica grazie alle lunghe e ripide scalinate che si arrampicano sul dorso delle colline lionesi. Non scoraggiatevi, la fatica per arrivare fin quassù vale la magnifica vista sulla città sottostante e comunque potete eventualmente ricorrere alla funicolare. Vi troverete così piacevolmente travolti da un quartiere giovane e vivace, pullulante di alternativi negozietti vintage, di street art e sede del mercato più noto e colorato della città. Un quartiere modaiolo e di tendenza che però conserva ancora la sua identità originaria a forte vocazione operaia e popolare. 


E proprio qui, ma anche nella Vieux Lyon, troverete i numerosissimi traboules, la vera peculiarità di Lione. Si tratta di caratteristici passaggi pedonali coperti che fungono da scorciatoie in quanto, attraversando corti di edifici privati, permettono il transito diretto da una via a un’altra. La loro origine risale al Medioevo, alcuni provengono dal Rinascimento ma la maggioranza è stata costruita nel XIX secolo per permettere ai tessitori di seta di trasportare la preziosa stoffa fuori dalle officine senza che si bagnasse in caso di maltempo. Nel corso della storia inoltre i traboules sono spesso serviti da rifugio durante guerre e rivolte. Rivestivano quindi funzioni puramente pratiche, ma col tempo ci si è adoperati per renderli, oltre che utilli, anche esteticamente gradevoli. Percorrendo oggi alcuni di questi passaggi potete infatti ammirare dei veri e propri gioielli architettonici. Esistono inoltre diversi tipi di traboules: ci sono quelli diretti che collegano due strade parallele dove dall’entrata è visibile l’uscita, quelli angolari che permettono di attraversare due edifici che fanno angolo accorciando le distanze, quelli a raggio con al centro un cortile dal quale si dipanano più accessi verso gli edifici circostanti. Essendo la città delimitata dai colli, diversi traboules comprendono delle scalinate – solitamente a chiocciola nella città vecchia, dritte nella Croix Rousse - che connettono strade separate da un forte dislivello.


Non tutti i traboules si possono però visitare, la maggioranza sono infatti spazi privati non accessibili al pubblico soprattutto di notte quando vengono chiusi per ragioni di sicurezza. Durante il giorno ne troverete però molti aperti e non è raro che un residente, notando un turista incuriosito o in difficoltà, vi dia le dritte giuste per scoprire alcuni traboules particolarmente nascosti che altrimenti non avreste mai scovato o addirittura si unisca a voi raccontandovi la storia del passaggio che state attraversando. Io e il maritozzo abbiamo avuto questo onore svariate volte! L’importante è dimostrarsi rispettosi, evitando di sporcare e di fare rumore. Se mai ce ne fosse bisogno, non mancheranno diversi cartelli a ricordarvelo.


Per concludere vi lascio - manco a dirlo - con una nota golosa. Lione è la capitale gastronomica della Francia. Non si contano i ristoranti di altissimo livello, stelle Michelin incluse, ma la tradizione culinaria lionese si basa su piatti semplici e sostanziosi, dai sapori ricchi e robusti, prevalentemente a base di carne. Per poter dire di aver davvero assaporato l’autentica cucina del posto dovete pasteggiare in una trattoria tipica, un bouchon, e fare una capatina in una delle tante pittoresche macellerie disseminate per la città. Tra le numerose prelibatezze gustate la mia preferenza assoluta va al Saucisson Lyonnais, un ciccioso cotechino avvolto da sofficissimo e burrosissimo pan brioche.



Che ve ne pare del mio tentativo di riproporlo per il cenone di San Silvestro? Gli amici dicono di aver apprezzato…

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